Quando apro i Registri Akashici: non leggo il destino, leggo l’anima
Aprire i Registri Akashici non significa predire il futuro, ma rivelare l’anima. Tra simboli, visioni e memorie dimenticate, emergono verità profonde che spiegano paure, blocchi e desideri. Un viaggio di riconnessione alla propria origine, dove la rivelazione diventa il primo passo verso la guarigione.

Ci sono momenti in cui le carte non bastano. Momenti in cui non serve sapere se “tornerà”, “se mi ama”, “se mi cerca”. Ci sono momenti in cui serve ricordare chi sei.
È lì che apro i Registri Akashici. Non sono pagine scritte in un libro antico: sono frequenze, visioni, parole che emergono come onde dal profondo. Quando li apro, non sto leggendo il futuro: sto leggendo l’origine.
Cosa succede quando apro i Registri?
- Silenzio.
- Connessione. Poi arrivano immagini, simboli, frasi che non vengono da me, ma attraverso me.
Parlano di dolori antichi, di blocchi ereditati, di scelte fatte in altri tempi o in altre vite. Eppure tutto riguarda il presente:
- Perché sei attratta da chi ti distrugge.
- Perché hai paura di farti vedere davvero.
- Perché cerchi amore dove amore non c’è.
Le parole di chi ha vissuto una lettura
- “Sembrava che parlassi a qualcosa che avevo dimenticato.”
- “Ho pianto. Non sapevo perché. Ma mi sono sentita più libera.”
- “Era come se qualcuno mi stesse finalmente spiegando la mia vita.”
I Registri non risolvono, ma rivelano. E rivelare è il primo passo verso la guarigione.
Li apro solo quando sento che la persona è pronta: pronta ad ascoltare verità scomode, pronta ad abbandonare la superficie per tornare alla radice.
A volte la verità che arriva è dolce. Altre volte brucia. Ma è sempre liberazione.
“Io non apro i Registri Akashici per stupire. Li apro per riconnettere. Per riportarti a casa.”
Se cerchi parole nuove, forse non stai cercando risposte. Stai cercando memoria. Origine. Verità.
Io ci sono. Con i Registri. Con rispetto. Con verità.
Intuizione. Frequenza. Radice.
Cosa vedo nei Registri Akashici
Ogni volta che li apro, qualcosa accade. Non so mai cosa arriverà. Io mi svuoto, mi metto da parte, e ascolto.
Ci sono persone che portano ferite invisibili, ereditate da generazioni. Altre che si sentono fuori posto da sempre, come se non appartenessero a questa realtà. Nei Registri, tutto questo trova voce.
Visioni simboliche che ritornano spesso
- Un cuore chiuso in una scatola di ferro La persona si è difesa per troppo tempo. Non riesce più ad amare, né a lasciarsi amare.
- Una bambina che aspetta alla finestra Aspettativa d’amore mai ricevuto, spesso risalente all’infanzia.
- Un campo bruciato, ma con un solo fiore ancora in piedi Dopo un trauma devastante, quella persona è sopravvissuta con una forza che non ha ancora riconosciuto.
Le parole che i Registri portano Ogni lettura è unica. A volte è dolce. A volte è uno specchio che non perdona. Ma sempre porta luce.
E chi trova il coraggio di aprirsi a questa luce… inizia a cambiare.