L'albero del vampiro
Rubrica: Gli articoli di TeresaA Guadalajara, la leggenda del Vampiro di Belén attira visitatori al cimitero locale. Don Jorge, un eccentrico proprietario terriero, fu linciato nel 1880, accusato di vampirismo dopo misteriose morti di animali e persone. Si dice che l'albero cresciuto dalla sua tomba impedisca il suo ritorno vendicativo.
A Guadalajara, in Messico, tra le tante leggende metropolitane, ne esiste una che ha fatto il giro del mondo e che ancora oggi attira molte persone al cimitero di una cittadina vicina chiamata Belén: L'Albero del Vampiro.
La lapide è poco leggibile, ma testimonia la morte di un certo Don Jorge che venne ucciso nel 1880 dalla folla inferocita. Don Jorge era un ricco proprietario terriero eccentrico e dalle abitudini talmente strane da incutere paura nella gente. Si dice che uscisse di casa solo dopo il tramonto e che vestisse solo di nero. Era descritto come un uomo barbuto, pallido, magro e con le unghie lunghissime. Dopo il suo arrivo a Belén, i contadini iniziarono a trovare sempre più animali morti nelle loro fattorie: le carcasse presentavano segni di artigli, zanne e soprattutto la mancanza quasi totale di sangue, presente invece in rivoli all'altezza della bocca e della giugulare.
I contadini diventarono perciò sospettosi nei confronti di questo uomo strano. E il sospetto si trasformò in terrore quando iniziarono a morire persone. Ovviamente a quell'epoca scoppiavano epidemie letali come difterite, sifilide e altre ben note. La gente moriva con fuoriuscite di sangue dagli orifizi, specialmente dalla bocca; questo unito ai sospetti sull'uomo in questione fece impazzire la gente di paura. Don Jorge, venne additato come il responsabile di tutte quelle morti e si scatenò una psicosi di massa. Si diceva che ai confini della sua proprietà ogni giorno veniva ritrovato un corpo umano senza una goccia di sangue e qualcuno dichiarò di averlo visto mordere il collo di una persona per poi bere il sangue in un calice. La paura dilagò a tal punto che i contadini non uscirono più dopo il tramonto; formarono dei gruppi di preghiera e persino il parroco del paese disse durante la messa che era necessario fermare il vampiro per sempre.
Iniziò una caccia all'uomo da parte di alcuni armati di bastoni e machete. Andarono alla casa di Don Jorge che cercò di scappare rifugiandosi nel cimitero, ma fu trovato, legato e sottoposto ad esorcismo. Terminato il rito, il prete disse che per debellare il male in lui, era necessario piantargli un paletto nel cuore e bruciare il corpo e così fu fatto.
Mentre uno degli abitanti tagliava il ramo di un albero e ne faceva la punta, Don Jorge, imprecò contro i suoi aguzzini e giurò vendetta contro chiunque gli avesse fatto del male. I cittadini gli sfondarono il petto con il ramo e poi lo bruciarono e i suoi resti vennero sepolti all'interno del cimitero dove appunto c'è la lapide.
La leggenda dice che lo stesso paletto che lo uccise, attecchì e divenne l'albero che oggi torreggia sopra la lapide dell'uomo: si pensa che quell'albero impedisca al vampiro di tornare in vita e che quando esso morirà o verrà tagliato, il malvagio Don Jorge possa tornare a vendicarsi dei discendenti di coloro che lo catturarono. Speriamo che l'albero viva in eterno allora. Giusto?