Frasi celebri dei personaggi fake: " Ho imparato tutto dalla mia nonnina... - Terza parte
“Ho imparato tutto dalla mia nonnina” è la nuova arma del marketing emotivo: dietro dolci ricordi si celano spesso strategie di vendita. La figura della nonna diventa scudo di autenticità usato da guru e venditori digitali. La vera saggezza, però, non ha bisogno di manipolazioni.

"Ho imparato tutto quello che so dalla mia nonnina": il nuovo volto del marketing emotivo.
Nel panorama digitale contemporaneo, dove ogni contenuto deve colpire il cuore prima ancora che la mente, è sempre più comune sentire frasi come: “Ho imparato tutto quello che so dalla mia nonnina…”
Un’affermazione dolce, nostalgica, che richiama i valori genuini, il tempo passato, le emozioni familiari. Eppure, quando pronunciata da certi personaggi fake del web, questa frase si trasforma in una strategia ben studiata per ottenere fiducia, simpatia e… conversioni.
La nonna come icona emotiva
Chi può criticare la saggezza di una nonna? Nessuno. Ed è proprio questo il punto. La figura della nonna diventa uno scudo intoccabile dietro cui si nascondono guru improvvisati, motivatori da salotto e venditori di corsi digitali.
Citare la nonna crea immediatamente un alone di autenticità, una scorciatoia narrativa che risparmia al personaggio la fatica di dimostrare competenza o profondità. Basta un “mia nonnina diceva sempre…” per dare peso a un consiglio banale, trasformandolo in verità ancestrale.
L’antico che giustifica il moderno
Il paradosso è che molti di questi individui usano la figura della nonna per vendere formule moderne: corsi accelerati, coaching a pagamento, e-book motivazionali dal sapore algoritmico. L’antico serve a rendere più digeribile il nuovo, a mascherare l’assenza di esperienza reale con la supposta eredità emotiva. In pratica, si sfrutta il ricordo della nonna come leva di marketing. E nel momento in cui il pubblico abbocca, si passa al vero obiettivo: la monetizzazione. Perché dietro quella frase c'è spesso un link, un funnel, una call to action.
Quando il rispetto diventa manipolazione
Il problema non è solo etico, ma narrativo. Queste storie fittizie rischiano di svuotare di senso le vere testimonianze familiari. Le persone che realmente hanno ricevuto insegnamenti profondi dai loro nonni vedono banalizzato quel patrimonio emotivo, trasformato in slogan da landing page. La “nonnina digitale” diventa un archetipo sfruttato fino all’esaurimento, riducendo la memoria a clic e like.
La soluzione sta nella trasparenza. Chi ha realmente valori da trasmettere non ha bisogno di adornarli con figure archetipiche.
E noi, come utenti, possiamo imparare a distinguere tra chi condivide ricordi per empatia e chi lo fa per guadagno. Perché la vera saggezza non ha bisogno di storytelling forzato: si riconosce nella coerenza, non nella commozione a comando.
Io personalmente credo che alcuni abbiano avuto davvero e coerentemente una nonna come riferimento di esperienze di vita. Quindi non si può generalizzare, ma vi assicuro, quanto è vero che mi chiamo Cristian, che so distinguere il vero dal falso. Spesso ho riconosciuto personaggi con false storie di "presunte nonnine", e spesso li ho accettati comunque, pur sapendo la verità. Perché? In fondo, non sta a me giudicarli, ma la verità nascosta spesso diventa un fattore che non si aspettano: karma.
Alla prossima👋