Tarot - specchio dell'anima
Gli Arcani Maggiori dei Tarocchi, sono un compendio di immagini e simboli che attivano il pensiero simbolico e posso essere utilizzati come una guida e come uno strumento di Conoscenza di Sè. In questo articolo viene descritta, attraverso una metafora narrativa ispirata ad un episodio della saga di Harry Potter, la funzione che hanno i simboli presenti nelle 22 Lame e la differenza di approccio tra Tarologia e Cartomanzia.
I 22 arcani maggiori dei tarocchi come specchio dell'anima Vi ricordate la scena del film “Harry Potter e la Pietra Filosofale” in cui Harry scopre, nelle soffitte di Hogwarts, lo “Specchio delle Brame”?
Un giorno il vecchio mago Silente decide di seguirlo e si accorge che il ragazzo andava spesso a contemplare lo specchio perché in esso vi scorgeva l’immagine dei suo genitori defunti. Mosso a compassione da questa scena, Silente decide di rivelare ad Harry che lo specchio riflette solo “(...) I più profondi e tormentati desideri del nostro cuore...” e non dona né la conoscenza, né la verità. Per dissuadere Harry da questa sorta di ossessione/attrazione che lo specchio attivava in lui, infine Silente gli fa notare che “(...) Non serve a nulla rifugiarsi nei sogni e DIMENTICARSI DI VIVERE.”
Cosa c’entra questa storia con i 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi?
Sovente accade che quando estraiamo una carta dal mazzo di Tarocchi, l’immagine che vediamo rispecchia in modo sincronico un nostro bisogno o un desiderio che si nasconde nell’inconscio personale e veicola un significato che a prima vista ci sfugge, proprio perché esso è cangiante come l’immagine riflessa in uno specchio.
I Tarocchi sono un sistema di immagini, simboli e numeri che affonda le sue radici nella “Tradizione”. Oggi la Tradizione viene spesso definita “Esoterismo” e malamente confusa con l’ occultismo (nato nel 1800); in realtà essa ha radici nel pensiero antico dei primi Filosofi (come ad es. Eraclito, Platone) e ancora prima, nei Miti, nello sciamanesimo e nelle cosmogonie di molti popoli (dall’Egitto, all’India, al Sud America). In sintesi, è l’eredità psichica collettiva che noi esseri umani abbiamo accumulato dai primordi della nostra specie, quando Homo Sapiens ha iniziato a seppellire defunti e a sviluppare l’arte rupestre e con essa il “pensiero simbolico”.
Ma cos’è un SIMBOLO e che funzione svolge nelle immagini degli Arcani Maggiori dei Tarocchi?
Il simbolo (parola che ha radice nel verbo greco συμβάλλω= sumballo= «mettere insieme, far coincidere», unire) è una chiave d’accesso, una finestra su altre possibilità, un “ponte” che ci permette di “stare con” e “stare nell’ ambivalenza” che ogni situazione implica e che a volte facciamo fatica ad accettare perché tendiamo a polarizzarci solo da un lato o da un altro (di un’idea, di una situazione ecc...).
Ad esempio: se estraggo una carta dal mazzo ed esce la carta del Diavolo (Arcano XV), è necessario comprendere (=prendere insieme) tutti i significati simbolici dell’immagine. il Diavolo rappresenta la rabbia, la dipendenza dagli altri, il voler controllare situazioni o persone in modo ossessivo, la malafede, l’inganno, la manipolazione MA ALLO STESSO TEMPO questo Arcano rappresenta la capacità creativa, l’energia sessuale (libido), la capacità di affermarsi in modo diretto utilizzando le proprie risorse (senza dover “controllare” gli altri per ottenere qualcosa). “Mettere insieme” i significati che l’Arcano ci mostra nella sua immagine è utile per OSSERVARE per prima cosa, quali di questi aspetti prevalgono IN NOI STESSI in quel dato momento; una volta compreso quali significati “RISUONANO” dentro di noi, è possibile capire in quale OPPOSTO possono essere trasformati. Ad esempio, se la rabbia viene accettata e riconosciuta può essere direzionata e trasformata in creatività, autonomia, capacità di riconoscere i bisogni primari ed esprimerli, autostima e potere personale (che equivale ad una maggior efficacia nel modificare propria realtà per ottenere benessere materiale, economico ecc...).
La Tarologia con approccio Filosofico-Umanistico utilizza la conoscenza del molteplice significato che ognuno dei 22 Arcani porta con sé per lavorare sulla possibilità trasformativa dell’esperienza simbolica ed immaginale, ovvero la possibilità di trasformare un’istanza (per es. un bisogno) bloccata nel presente attraverso la comprensione dei simboli e del sistema che essi formano in una stesa di carte.
Il Tarologo ha il compito di spiegare i significati dei simboli presenti nell’immagine al fine di “far entrare in RISONANZA” il consultante con le istanze che prevalgono in quel momento. Un altro compito del Tarologo è quello di suggerire DOMANDE e stimolare riflessioni utili per andare “oltre lo specchio” dell’immagine presente nella carta. Si intesse così un dialogo tra immagini, simboli e risonanze che aiuta il consultante a “mettere in ordine” idee, stati d’animo e sensazioni, creando una sorta di NARRAZIONE. La narrazione che emerge favorisce il ri-strutturare di significati, conferendo SENSO alle esperienze presenti o che stanno per essere vissute nell’immediato “futuro” di chi richiede il consulto.
In questa prospettiva, c’è quindi una differenza sostanziale rispetto alla metafora dello “specchio delle brame” di Harry Potter: le 22 immagini delle Lame dei Tarocchi se meditate ed introiettate, possono infatti diventare un potente strumento di CONOSCENZA di noi stessi e delle dinamiche psicologiche vissute a livello inconscio, che spesso diventano un ostacolo alla nostra crescita personale (intesa come la possibilità di fare scelte in linea con il nostro sentire più profondo ed autentico).
In questo approccio a differenza di quello cartomantico, domande del tipo “Tornerà o non tornerà la persona X?”, non hanno molto senso: lo specchio delle Lame, come lo specchio di Harry Potter, mostrerà il nostro desiderio nei confronti di quella persona (se ad es. esce la carta del Diavolo), il modo in cui l’abbiamo idealizzata (se ad es. esce il Papa) oppure lo stato di abbandono e solitudine che si prova in quel momento (se ad es. esce la Luna). Sarebbe più saggio, direbbe forse Silente, rivolgere lo sguardo al nostro interno e chiederci ad esempio: “Che dinamica ho attivato nei confronti di quella persona?” o ancora “ Che tipo di risorse ho per uscire da questa situazione?”.
A molti di voi tutto ciò potrà sembrare astratto o complicato, ma la bella notizia che vi porto è che utilizzando questa prospettiva, IL FUTURO non è più un DESTINO già scritto ma qualcosa che si può cambiare attraverso una “presa di coscienza”: infatti gli Arcani ci “svelano” in che PUNTO del nostro processo evolutivo ci troviamo in relazione a noi stessi; nel caso di domande specifiche, la configurazione di carte indica le dinamiche psicologiche e i blocchi che abbiamo attivato, relativamente a situazioni che stiamo vivendo sul lavoro, in amore ecc... .
L’utilizzo degli Arcani Maggiori dei Tarocchi può diventare quindi un potente strumento che ci aiuta ad entrare in contatto con la nostra Anima, se si ha il coraggio e l’autentico desiderio di andare oltre il riflesso “delle proprie brame” (desideri)... Proprio come ha fatto il personaggio di Harry Potter : il dolore per la perdita dei genitori che lo “bloccava davanti allo specchio” viene superato attraverso una serie di prove vissute in prima persona, fino alla vittoria finale sul temuto Voldemort, simbolo dell’ombra e delle paure che spesso paralizzano tutti noi davanti al riflesso dei nostri desideri/bisogni non vissuti o semplicemente non compresi fino in fondo.
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Yantra
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO: • A. Jodorowsky, M.Costa, “La Via dei Tarocchi”, ed. Feltrinelli, 2014. • C.G. Jung , “Gli Archetipi dell’inconscio collettivo”, ed. Bollati Boringhieri, 1977. • E. Cassirer, “Filosofia delle forme simboliche”, ed. la Nuova Italia, vol. II, 1964. • J. Jacobi, M.E. Spotti, “Complesso, archetipo, simbolo nella psicologia di C.G.Jung” , ed. Bollati Boringhieri, 2017.