Il libraio: custode di saggezza e storie infinite
Rubrica: Gli articoli di TeresaIn una libreria misteriosa, una donna trova un libro senza titolo. Presto scopre un oscuro segreto legato a una maledizione centenaria. Intrappolata, invecchia rapidamente. Un giorno, la speranza di essere liberata si materializza con l'arrivo di un nuovo visitatore. Ma sarà davvero la fine della sua prigionia?
Entrai in quella libreria che non avevo mai notato. Almeno non ricordavo di averla mai vista fino al giorno prima. Non avevo mai visto tanti libri in vita mia. Restai a bocca aperta.
Ero estasiata. Ovunque mi girassi c'erano libri. Da una porticina che non avevo visto, uscì un uomo anziano, che si sorreggeva a fatica con il suo bastone. Mi salutò con un sorriso ed un cenno del capo. Io risposi di rimando al saluto e gli chiesi se potevo dare un'occhiata.
Non aspettai la risposta ed iniziai a muovermi tra gli scaffali. In quel momento ero in paradiso. Era il posto che avevo sempre sognato. Il libraio, mi osservava attento da dietro al banco e io pensai che forse aveva timore che qualcuno gli rubasse dei libri senza pagare. Il mio sguardo accarezzava tutti quei volumi, fino a che fui attirata da un libro con la copertina rossa. Non aveva un titolo. Lo presi tra le mani e iniziai a sfogliarlo.
Ma con mio disappunto, vidi che era scritto in una lingua che non conoscevo. Sfogliai le pagine senza capire una parola di quello che vedevo scritto e scoprii che a metà del libro c'era uno specchietto appiccicato ad una pagina. Con mia enorme sorpresa, non vidi il mio volto riflesso, ma solo delle parole che sembrava si muovessero e si modificassero. Pensai ad un effetto ottico oppure ad un gioco della mia mente. Continuai a sfogliare le pagine cercando un nesso in quelle frasi che a me sembravano sconnesse fra di loro, ma non riuscivo assolutamente a capire nulla di quello che vedevo. Spinta dalla curiosità, mi avvicinai al bancone. «Mi scusi, mi può dire che libro è questo?» L'uomo, che fino ad un attimo prima mi sorrideva, si rabbuiò e con un filo di voce disse: «Ma non le dà fastidio tenerlo in mano?» Non capivo la domanda e gli chiesi cosa intendeva dire. Lui mi guardò fisso negli occhi per un attimo e poi vidi apparire sul suo viso un'espressione meravigliata.
Si schiarì la voce. «Non avrei mai creduto che arrivasse il momento. Sono secoli che ti aspetto. Sei la prescelta.» «Scusi che significa? Prescelta per cosa?» Vidi il suo volto distendersi in un sorriso. Ma quell'ampio sorriso si trasformò rapidamente in una specie di ghigno e io mi spaventai. E mi spaventai ancora di più quando mi accorsi che il libro non si staccava dalle mie mani. Il libraio me le prese e fece in modo che il libro si aprisse e me lo spinse sul volto. Mi sentii bruciare dentro. Sentivo le pagine che si appiccicavano come se avessero la colla alle mie guance. E non riuscivo a muovermi. Ero paralizzata. Con voce stentorea, il libraio urlò parole incomprensibili. E improvvisamente calò su di me il buio. Mi svegliai seduta su una poltrona. Di fronte a me c'era un uomo giovane, bellissimo, che mi guardava con un ghigno soddisfatto. Mi sentivo debole, quasi incapace di muovermi come se improvvisamente fossi invecchiata di cinquant'anni. Lo guardavo e mi rendevo conto che faticavo a metterlo a fuoco. Era come se davanti ai miei occhi, fosse calato un velo.
«Sono passati cinquecento anni e finalmente ora sono libero! Ora dovrai aspettare tu un prescelto.» Non avevo la forza di parlare. Mi sentivo molto stanca. E non ci vedevo bene. Ma vidi chiaramente dietro di lui uno specchio e, con mio enorme sgomento, capii che la donna che dimostrava almeno ottant'anni riflessa ero io. Guardai l'uomo e piansi. Lui si alzò ed uscì... Sono passati trecento anni da quel giorno e ancora nessuno è entrato in quella che è diventata la mia libreria. Aspetto ogni giorno della mia vita che entri il prescelto che mi libererà da questo corpo decadente. Oggi sono più stanca del solito. Improvvisamente, sento la porta che si apre... Forse è arrivato...