Le tre fasi della manipolazione affettiva
Il manipolatore inizia con il "love bombing", sommergendo la vittima di attenzioni fino a diventare indispensabile. Poi passa al "gaslighting", facendo dubitare la vittima delle sue percezioni. Infine, porta la vittima all'annichilimento, rendendola completamente dipendente. Se ti riconosci in questa situazione, contattami per ottenere aiuto.
- Love bombing
In questa prima fase la sensazione principale della vittima sarà: “Troppo bello per essere vero!”. Il manipolatore si presenterà infatti come tutto ciò che avete desiderato da sempre, “bombardandovi” letteralmente di attenzioni. Quanto dura questa fase? Fintantoché non sarete caduti nella sua trappola, che prevede di diventare indispensabile per voi e che voi vi fidiate ciecamente di lui. Quando il manipolatore avrà verificato che ciò sarà accaduto, sottoponendovi a piccoli “test”, passerà alla seconda fase.
- Gaslighting.
In questa fase il manipolatore, inizia a far dubitare di se stessa e delle proprie facoltà mentali la vittima, attraverso una specifica forma di violenza psicologica che prende il nome dal film Gas Light (1944), tratto dall’opera teatrale Angel Street del 1938. In questo film la protagonista è vittima del Gaslighting messo in atto da parte del marito che, per derubarla dei gioielli di famiglia, provoca un calo notturno della luce a gas di cui lei si accorge. Il marito le fa credere che sia tutto frutto della sua immaginazione e attraverso la manipolazione di alcuni aspetti della routine la porta a dubitare delle proprie percezioni fino a farla impazzire.
Questo tipo di manipolazione psicologica messa in atto dal manipolatore ha come obiettivo quello di portare la vittima a dargli sempre ragione e di avere sempre il controllo su di essa, che a sua volta affida al manipolatore il suo senso di realtà percepito sempre più come fragile ed inaffidabile. La strategia del Gaslighting prevede il negare l’evidenza, dare false informazioni, manipolare l’ambiente ed utilizzare espressioni verbali che patologizzano la vittima (ad esempio “sei matta!”, “non capisci”, “ti confondi”, “vedi cose che non esistono” ecc..), fino a convincerla di essere pazza e a non fidarsi delle proprie percezioni. Il fatto che la vittima perda la fiducia in sé costituisce uno dei motivi per cui poi fa fatica a svincolarsi dal rapporto patologico con il narcisista denunciandone le violenze, per paura di non essere creduta o di perdere l’unico punto di riferimento (patologico) rimastole.
- Annichilimento.
La vittima diventa completamente passiva e ogni aspetto della sua vita ruota intorno alle richieste, implicite ed esplicite, del manipolatore. L’autostima è talmente fragile da non riuscire più a sostenere la vittima in alcun intento di autoaffermazione. La vittima è ciò che il manipolatore vuole che sia e lei lo asseconda per limitare la propria sofferenza per quanto possibile. In questa fase la vittima ha la percezione di non avere scampo
Se vi identificate in questa situazione non esitare a contattarmi insieme con l’aiuto dei miei spiriti guida utilizzeremo i passi giusti per trionfare.