L'ambiguità del bene e del male
Rubrica: L’approccio alla vita quotidiana con le carteL'articolo esplora l'ambiguità tra bene e male, mettendo in luce come la società influenzi le nostre percezioni e scelte. Spesso accettiamo ingiustizie quando provengono da autorità, ignorando l'influenza psicologica che guida il nostro libero arbitrio verso un benessere egoistico. Riflettere su queste dinamiche è essenziale.
Una buona, anzi buonissima estate a tutti voi carissimi amici e amiche. Per me una estate di lavoro, ma che mi porta come sempre a riflettere su alcune questioni.
Sempre analizzando le vicende delle mie esperienze quotidiane in questo lavoro, mi sono fatto parecchie domande. Una tipica domanda è questa: ma perché ci ostiniamo a seguire casi umani impossibili? Ma perché non vediamo che la persona che amiamo è solo una bestia indifferente alle nostre emozioni ed è fonte di ogni male per noi?
Eppure siamo convinti che invece ne rappresenti il bene. E andiamo avanti, avanti e avanti. Finché non veniamo abbandonati. Finché non finiamo ammalati. E finché non finiamo magari totalmente sfruttati. Perché?
Cielo! Ci sono cose che vedrebbe anche un cieco! Eppure la risposta risiede in un fattore psicologico molto, molto raffinato che è alla base della società stessa. Ahimè, aggiungo io.
Vi faccio un esempio esplicativo: Di solito, tutti noi restiamo stupiti da episodi di violenza, di abuso di diritti e di leggi infrante che spesso sentiamo nei telegiornali e tendiamo a reagire con senso di sdegno e profonda aberrazione, perché questo corrisponde ovviamente al "male". Ma, quando le stesse forme di violenza, l'abuso di diritti e soprattutto le leggi infrante vengono commesse da soldati o più semplicemente da forze dell'ordine, allora, le stesse cose diventano approvate, ci sentiamo di condividerle perché diventano il "bene".
Soltanto perché fatte da soggetti approvati dalla società. Senza allargare troppo, un argomento scottante, direi che una legge infranta rimane sempre tale. Punto. Così come una vita spezzata. Punto. Eppure la nostra società rende un medesimo fatto " bene" e "male" con una ambiguità talmente forte che, scusatemi... il serpente che tentò Eva nel giardino dell' Eden lo si può definire un dilettante.
Ma quel che è peggio, la società ha il potere di plasmare le nostre menti e di farci adeguare nelle nostre emozioni e debolezze quotidiane. Persino nelle nostre scelte di vita.
Quindi, l'insegnamento da trarre da tutto ciò è che l'ambiguità di ciò che è bene e di ciò che è male, risiede nel nostro profondo libero arbitrio. Fino a diventare una questione di scelte per quello che ci fa comodo o per il nostro bene. Un benessere egoistico che ci tiene in piedi e in equilibrio come individui. E così fa la società stessa.
Meditate gente... Meditate...
Un saluto da Cristian.