Le vite passate: concetto di morte e immortalità
Rubrica: Iside stregaL'articolo esplora la morte e l'immortalità attraverso diverse prospettive, dall'idea filosofica di morte al decadere del corpo fino a diventare nutrimento vitale. Jung e la coscienza universale sono discussi come basi per la comprensione del passato e dei tratti ereditari. Il concetto di tre "morti" è introdotto, ma tutte portano a un continuo gioco evolutivo ed energetico, aprendo alla possibilità di ricordi di vite passate e alla riflessione sulla reincarnazione.
Rieccoti giunto/a in questa Odissea fra vite, morte, immortalità e vite passate!
Eravamo rimasti all’evoluzione del concetto di vita, proseguiamo dunque con quello che determina il concetto di morte. Chiaro è che per la scienza si muore e basta, ma, proprio in virtù del nuovo modo di intendere la vita, la vera morte sopraggiunge quando non c’è più nulla da mutare o evolvere. In parole povere, come persona muori nel momento in cui il cuore non batte più, ma, il tuo corpo, fin quando si decompone del tutto, è comunque, in un senso diverso, vivo.
Infatti produce gas, nonché altra vita. In senso filosofico dunque, anche il corpo non muore mai in quanto mentre si decompone offre dei nutrienti al terreno che producono piante e insetti, che nutrono uccelli, piccoli mammiferi, ecc. Quindi quel corpo resta vivo, immortale, nel continuo ciclo vitale del pianeta.
In un certo qual modo anche la tua essenza continua ad esistere nelle nuove generazioni, non solo umane ovviamente, ma appunto di tutto il pianeta. In senso più stretto, il dryghten, che per i cristiani equivale al paradiso dove dunque in realtà cessano di esistere avendo la cosiddetta pace eterna, riguarda solo l’essenza della persona che continua ad esistere fino a quando non vi entra dentro.
Questi due concetti stanno alla base della coscienza universale ipotizzata da Jung. Egli infatti sosteneva che, il fatto che le persone nascono con dei tratti già presenti, oltre ad essere frutto della genetica è anche una questione di ripetizioni e di schemi acquisiti dalla specie a prescindere dal genitore. Questa unione permetterebbe dunque di conoscere e riconoscere il passato, chiaramente Jung non parlava di vite passate in senso stretto, proprio perché non vi potrebbe essere solidità scientifica, ma ha ugualmente postulato di questa coscienza che si ripete in noi, innata in ognuno di noi, che ci permette di conoscere la storia e di capire il significato di una o un’altra cosa, nonché del perché agiamo in determinati modi.
Considerato ciò, siamo tutti immortali anche se cambiamo corpo ed epoca, o per lo meno lo siamo fino a quando non decidiamo di entrare nel dryghten. In quel caso il nostro Io personale viene dissolto e si mescola all’Io di altri generando qualcosa di nuovo, pur essendo composto da varie realtà e coscienze che implicano dunque di riconoscere come ereditari vari modi di fare o pensare come suggerito da Jung.
Stando a questa riflessione, dunque, ci sono tre morti differenti: quella del corpo che avviene prima con l’arresto delle funzioni vitali e dopo quando non ha più nulla da decomporre; quella della propria coscienza non più percepibile da chi è vivo (o, per lo più, dalla maggior parte dei vivi ma ci sono coloro che riescono ad entrare in contato con la coscienza del defunto); infine, quella definitiva col dryghten sempre per l’essenza del proprio essere.
Tutte e tre, però, non finiscono, ma si rimescolano in un continuo gioco evolutivo ed energetico. In base a ciò, abbiamo ricordi di altre vite, di noi in altri momenti e, dunque, la postulazione di una vita dopo la morte fino alla reincarnazione che è un altro concetto affrontato in diversi culti e stili di vita. Ad oggi, sono le culture orientali a dare spunto su come funzionano le reincarnazioni, restano tutte teorie chiaramente ma ogni popolo ha una sua ideologia in merito. C’è però una distinzione importante da fare su ciò che è e su ciò che vien fatto diventare. Ovviamente te lo spiego nel prossimo articolo, per il momento ti lascio incamerare quanto detto fin ora.
Ti aspetto dunque per parlare di ciò o di altro che possa farti piacere su Profetum.