Ritrovare se stessi nel silenzio: quando la quiete diventa guida
Nel rumore quotidiano dimentichiamo di ascoltarci. Il silenzio, spesso temuto, diventa invece uno spazio sacro che ci riporta a casa. Fermarsi, respirare e ascoltare apre intuizioni profonde: basta una piccola pausa quotidiana per ritrovare autenticità, presenza e verità interiore.

Siamo immersi in un flusso continuo di stimoli. Appuntamenti, parole, notifiche, pensieri. Spesso siamo così occupati a “fare” che dimentichiamo di “essere”. Eppure, dietro a tutto questo rumore, esiste uno spazio sacro e potente: il silenzio. Non il silenzio dell’assenza, ma quello che ti riporta a casa. A te. Alla tua verità.
Il disagio del silenzio
Per molti, il silenzio è qualcosa da evitare. Fa emergere domande scomode, emozioni dimenticate, pensieri non risolti. E così continuiamo a distrarci, a cercare fuori quello che solo dentro può essere trovato. Ma cosa accadrebbe se iniziassimo a considerare il silenzio non come una minaccia... ma come un alleato?
La quiete che ci riavvicina a chi siamo davvero
Quando scegliamo di fermarci e ascoltare, qualcosa cambia. Non immediatamente, non in modo eclatante. Ma lentamente, come un seme che germoglia. In quella calma iniziano ad emergere intuizioni, sensazioni, piccole verità interiori che nel caos non riusciamo a percepire. È lì che iniziamo a sentirci di nuovo. È lì che la nostra parte più autentica può finalmente parlare.
Una pratica semplice per cominciare
Per chi non è abituato a restare in silenzio, può sembrare difficile. Ma bastano pochi minuti al giorno per iniziare a creare un contatto diverso con se stessi. Ecco un piccolo esercizio che puoi praticare ovunque, senza strumenti particolari.
5 minuti con te stessa – Piccolo rituale di ascolto interiore
- Trova un posto tranquillo. Può essere la tua stanza, il bagno, un angolo del parco. Spegni tutto. Siediti in silenzio.
- Chiudi gli occhi e respira lentamente. Inspira dal naso, espira dalla bocca. Rilassa le spalle. Lascia andare le tensioni.
- Semplicemente ascolta. Non cercare nulla. Non giudicare i pensieri. Lascia che arrivino e passino. Rimani presente, come un osservatore gentile.
- Fai una domanda al tuo cuore: “Cosa ho bisogno di sapere oggi?” Rimani in ascolto. Forse non arriverà una risposta chiara, ma noterai una sensazione, un’idea, un’intuizione sottile.
- Scrivi ciò che emerge. Anche solo una parola, un’immagine, una frase. Non importa cosa, importa il gesto di onorare il messaggio.
Ripeti questo rituale ogni giorno per una settimana. Osserva cosa cambia dentro di te.
Il valore nascosto nella pausa
Coltivare momenti di silenzio non significa isolarsi dal mondo. Significa rallentare per tornare in contatto con ciò che conta davvero. Significa imparare ad ascoltare quella parte di noi che non parla con parole, ma con percezioni sottili. Quella parte che sa cosa ci fa bene, dove vogliamo andare, chi siamo diventati. Non serve meditare per ore o vivere in un ritiro spirituale. Basta creare uno spazio. Un piccolo angolo di tempo e presenza. Ogni giorno.
In conclusione...
- Il silenzio non è assenza, è presenza profonda.
- È una soglia: varcarla ci permette di tornare verso di noi.
Chiediti: Quando è stata l’ultima volta che ti sei concessa di ascoltare, davvero, senza parlare? Forse è proprio lì, in quel silenzio gentile, che ti stavi aspettando. Con amore e luce,
Cetty Tarologa e Love Coach