La teoria della positività
Il karma non è vendetta, ma crescita: non presenta conti, insegna lezioni. Ogni dolore riflette parti di noi e può trasformarsi in evoluzione. Con gratitudine, amore e sorrisi, cambiamo il nostro sguardo e, di conseguenza, il nostro destino.

Sempre più spesso mi capita di incontrare persone che parlano di karma, di ruote che girano, di conti da saldare e così via. Oggi però vorrei soffermarmi su quanto questo sia, in realtà, un concetto spesso frainteso. Il karma non funziona come molti credono: non risponde all’ego del singolo, ma a leggi universali, ben più ampie e ancestrali di quanto possiamo immaginare.
Se una persona interrompe la relazione con noi, non ha senso aggrapparsi rabbiosamente all’idea di un karma che “prima o poi presenterà il conto”. Non è detto che ci sia davvero qualcosa da sanare. Sarebbe invece molto più utile domandarsi quale sia stato il nostro peso nella vicenda, quale lezione possiamo trarre e quale spinta evolutiva possa nascere da ciò che percepiamo come ingiustizia, dolore immotivato o squilibrio.
La reazione più comune che ho sentito da consultanti e amici è stata quella di augurare sventure e malessere a chi ha osato farci del male. Io, invece, car* amic*, voglio dirti che ogni persona che incontriamo, nel bene o nel male, fa parte del nostro progetto di crescita personale. Questo “karma”, di cui tutti parlano, altro non è che un riflesso di noi stessi.
Vuoi davvero vedere come le cose cambiano in fretta? Sii tu il primo a muoverti per il cambiamento. So che fa male, che le ferite pulsano, che il sale delle lacrime brucia. Nessuno vuole sminuire il tuo dolore: è sacrosanto e legittimo cercare una compensazione per ciò che hai vissuto. Però, se ti dicessi che gran parte della sofferenza dipende da te, e non da chi l’ha causata, mi crederesti?
Se ti dicessi che anche un panorama meraviglioso può apparire triste se osservato attraverso un vetro sporco, capiresti cosa intendo? Il dolore non è davvero causato dall’altro, ma da qualcosa che dentro di noi già esiste e che torna a galla.
Anch’io ho vissuto momenti duri, e mai ho dato la colpa ad altri per le mie sofferenze. Ho sempre saputo che la lente attraverso cui guardavo la vita era il mio cuore. Ho capito che l’elaborazione del vissuto richiede un’analisi più profonda. Non esistono eventi completamente nefasti: questo vale anche per le relazioni. Per quanto dolorose, ci hanno reso vivi, emozionati, speranzosi, magari anche felici, seppur per poco tempo. Perché allora macchiare quel passato con un’accezione negativa? Ogni storia è una scuola, ogni percorso una lezione. Il senso ultimo è uno soltanto: siamo vivi. E questa è la più grande fortuna del mondo.
Avevo 15 anni quando lessi un libro che mi cambiò la vita. Raccontava di Alice, una bambina malata di atrofia muscolare spinale, che morì a soli 11 anni. Nonostante la malattia e la condanna già scritta, trovava la forza di ringraziare Dio per la sua famiglia, gli amici, un piatto caldo, un sorriso da donare. Da lei ho imparato che la vita cambia se noi cambiamo. Che ciò che conta è amare, e che i conti tornano sempre a posto da soli.
Anche nei momenti più bui, quando il cuore sembra stringersi e il respiro manca, dobbiamo imparare a ringraziare: perché siamo umani, capaci di emozionarci e di donare ciò che abbiamo dentro. Non importa cosa gli altri ne faranno: conta solo l’intensità con cui lo doniamo.
Il mondo, le persone, l’universo – chiamalo come vuoi – cambiano in base a come noi ci poniamo. Porta sempre con te un sorriso e donalo come fosse un raggio di sole. Questa “teoria della positività” è la magia più potente che esista. Funziona subito, con risultati garantiti.
Ricorda: ringrazia sempre per ciò che vivi, non preoccuparti di nulla e fidati dell’universo. Siamo noi stessi a generare il nostro karma. Te lo dico con certezza: ho accompagnato tante persone in percorsi di rinascita, e funziona. Donare amore, sorrisi e serenità è davvero ciò che serve per cambiare la vita.
Non è banale né scontato, anzi: è difficilissimo da praticare davvero dentro di noi. A sorridere all’esterno siamo bravi tutti, ma avere il cuore colmo di gioia e gratitudine è un altro discorso. Ogni cammino, però, inizia con un primo passo: quando deciderai di muovere il tuo, io sarò qui.
Con affetto, Moira
P.S. Ricordati sempre che l’universo sa davvero di cosa hai bisogno.