Il viaggio: scoperta, crescita e trasformazione
Rubrica: Oltre il veloL’umanità è partita dalla sorgente, cadendo nella materia per sviluppare autocoscienza e un io integrato, necessario per il ritorno all’Uno. Questo percorso spirituale, guidato dall’anima, richiede dedizione e disciplina per risvegliare la propria natura divina e raggiungere la liberazione attraverso il viaggio interiore.
Quando eravamo alla sorgente, nell’Uno nel suo piano di manifestazione, non eravamo coscienti della nostra condizione come quando siamo in un sonno senza sogni. Perchè l’uno prendesse coscienza su tutti i piani di manifestazione dell’esistenza, compreso il piano materiale in cui viviamo, è stato necessario che particelle della sorgente (monadi) stillassero, venissero proiettate, nel piano della materia. Le monadi sono la nostra controparte spirituale e ciascuno di noi ne ha una corrispondente attualmente irraggiungibile dato il nostro livello di coscienza perché ha un livello di vibrazione troppo elevato.
Cadendo nella materia l’umanità pian piano ha sviluppato l’autocoscienza che, a sua volta, è collegata allo sviluppo dell'anima nata dall’attrito causato dalla caduta dell’essere umano nella materia. L’anima è la vibrazione intermedia tra la nostra parte spirituale (monade) e la nostra manifestazione materiale. Nel corso delle reincarnazioni, continuando questo percorso ciclico che passo dopo passo ci avvicina all’uno, siamo approdati a questa fase, quella in cui gli esseri umani sono divenuti degli io ed è il momento di massima caduta nella materia, quello più distante dalla sorgente. È per questo che nella nostra epoca gli esseri umani sono individualisti ed egoisti e la società nel suo insieme non fa che amplificare questo stato. Ma radicarsi in questa fase, sviluppare un io integrato è un passaggio indispensabile nel lungo viaggio dell’umanità verso la sorgente. è necessario che si formi un io molto forte e integrato, molto antipatico, molto ingestibile, però è necessario.
Dopo essere diventato maestro della materia, e ci possono volere più incarnazioni per questo, l’essere umano si rende conto che manca di qualcosa. Questo è il momento in cui l’io si rende conto che va ripreso il cammino verso l’uno. Quelli che si accorgono dell’esistenza di questo sentiero di riunione alla sorgente, che sentono il richiamo dell'anima, sono chiamati aspiranti spirituali.
Nell’induismo il termine sanscrito sādhanā (साधना) indica la disciplina spirituale, cioè l'insieme di pratiche e rituali, che hanno lo scopo di ottenere mokṣa, la liberazione, ovvero di realizzare la natura divina degli stessi sadhaka (aspiranti spirituali). La stessa cosa prende nomi diversi a seconda delle religioni. Il termine sanscrito e pāli bodhi indica il "risveglio" buddista inteso in senso spirituale, tradotto in Occidente anche con "illuminazione". Il Satori nella pratica del Buddismo Zen indica l'esperienza del risveglio inteso in senso spirituale, nel quale non ci sarebbe più alcuna differenza tra colui che "conosce, o capisce" e l'oggetto del conoscere, del capire.
È un viaggio lento e faticoso, a tratti anche doloroso, ma è l’unica strada per ricongiungerci, incarnazione dopo incarnazione, alla sorgente.