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Mi presento

Il Tarocco è una vera macchina filosofica, che arresta il vagabondaggio della mente, lasciandole la sua iniziativa e libertà; esso è la matematica applicata all’ Assoluto, l’alleanza del Positivo e dell’Ideale, una lotteria di pensieri esatti come numeri, forse la concezione più semplice e vasta realizzata dal genio umano […] Una persona imprigionata e isolata dal mondo, con il libro del Tarocco come unica compagnia, se sa come usarlo, può in pochi anni acquisire una conoscenza universale, e parlare di ogni argomento con ineguagliabile erudizione ed inesauribile eloquenza…[Eliphas Levi]

Per quello che do e che cerco di dare, tutto sommato, penso di chiedere in cambio ben poco. E questo è un dato oggettivo che chi osserva dall’esterno, se dotato di un minimo di capacità di discernimento, credo possa ampiamente confermare. Una cosa però la chiedo, tra le poche, che ha una importanza vitale e fondamentale: l’essere ascoltato, nel massimo dei casi; l’essere sentito, nel minimo. L’essere presunto è però qualcosa che non accetto. Cerco di non farlo mai, con chiunque io mi trovi di fronte e di conseguenza non l’accetto se qualcuno lo fa con me. Su questo non transigo. Accettarlo significherebbe accettare di essere dati per scontati e non più degni di ascolto; e meno che mai di essere sentito. Questo mi offende e credo che sia davvero una delle poche cose che posso ancora annoverare tra quelle che hanno il potere di ferirmi, la cui gravità dipende da chi mi sta offendendo. Posso tollerarla nella distrazione della comprensione di un tempo, ma non nella sua reiterazione. Ho smesso per primo io di darmi per scontato, di presumere me stesso dinnanzi le cose del mondo e dei suoi avvenimenti, poiché per primo ho imparato che possono esistere dei momenti della vita nei quali ci rendiamo conto di stare vivendo qualcosa che fino a un minuto prima non avremmo mai pensato di vivere. Presumere è la morte di ogni conoscenza.E’ fare la domanda credendo di possedere già la risposta che, se non viene confermata, rende l’altro erroneamente ovvio. Certo, perché tutto quanto quello che non ci conferma deve sempre essere riportato dal piccolo al generale con l’unico scopo di confonderci all’interno di un mucchio indefinito che possa celarci, evitandoci così di dover mettere in discussione quanto presunto, indipendentemente che questo sia pro o contro al nostro pensiero. Se ragione c’è, ragione sia data, ma se non c’è non sarà sicuramente la presunzione di conoscere il pensiero dell’altro a salvarci dall’oggettività del torto. Più saggio sarebbe evitare di presumere l’altro, perché solo in questo modo davvero ci si apre alla possibilità di conoscerlo in profondità. Se è questo che cerchiamo. Ma che senso avrebbe relazionarsi a qualcun altro se non quello di comprenderne il più possibile, senza presumere; semplicemente osservare, senza alcun credo. Personalmente non ho alcun interesse a essere creduto, ma ne ho molto nell’essere ascoltato e se possibile essere sentito. Essere ascoltato è il minimo; un minimo senza il quale non esiste interesse da parte mia per manifestarmi e non dovrebbe esistere da parte di nessuno. Senza ascolto non può esserci quella relazione con l’altro che evita alla vita di essere un gigantesco e grottesco monologo in cui l’attore è anche spettatore: un aberrante circolo chiuso che per il mitico Narciso ha avuto un epilogo mortale. Preferisco essere un Prometeo, almeno lui ha l’onore di un’aquila come tormento per il suo fiammante dono e non un piatto specchio d’acqua di un lago che, dal suo buio fondale, restituisce un’immagine di morte a chi solo quello vuole contemplare. Il primo non lascia traccia di sé, ma solo il leggendario ricordo impresso in un fiore; il secondo costringe un dio a pensarlo per l’eternità, e non si dovrebbe mai rinunciare alla possibilità di disturbare il sonno a una divinità con il solo e semplice essere, senza presunzione alcuna. Chi presume potrebbe uccidere nella presuntuosa idea di salvare qualcuno. Chi non presume si apre ad ogni possibilità, e perfino a quella di imparare qualcosa di nuovo così come qualcosa di vecchio, ma comunque in un modo nuovo. Con questi presupposti cerco di lavorare insieme a voi utilizzando quale strumento elettivo i Tarocchi come guardiani contro quella presunzione che è sempre in agguato. Decidete voi se preferite essere dei Narciso o dei Prometeo. Decidete voi se le carte devono essere dei piatti specchi d’acqua o delle vibranti penne di un’aquila. Quello che personalmente preferisco ve l’ho già detto. A Presto Giona Tarologo

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Pinuccia13 Marzo 2024
Consulto cinque minuti gratuiti

Grazie mille per la tua disponibilità. Non sono riuscita a fare una piccola ricarica, mi sarebbe piaciuto poter continuare la chat. Cmq per la domanda che mi interessava ho avuto una risposta esauriente anche in soli cinque minuti gratuiti. Grazie mille ancora 😚